LA DISINFORMAZIONE CONTRO "L'ANGELO DEI MIGRANTI" DI ARGO 1


Non era un reclutatore di terroristi


Sui giornali ho letto molte storie esagerate su Ümit, l’ex-agente della agenzia di sicurezza Argo 1 di doppia nazionalità svizzera-turca a cui è stata appena ritirata la cittadinanza svizzera perché considerato un “reclutatore di terroristi”, anche se bisogna aspettare l'esito del ricorso inoltrato dal suo ultimo avvocato.

In realtà Ümit era definito un “ragazzo d’oro” da chiunque lo conoscesse (musulmani e non), un “punto di riferimento” per gli agenti di sicurezza dell’Argo 1 e pure soprannominato “l’angelo dei migranti” per la sua passione nell’aiutare gli asilanti nei centri di accoglienza (e che era amato da tutti loro). Questi ultimi sono stati interrogati ed hanno confermato la loro ammirazione per Ümit e che non aveva mai tentato di reclutarli come terroristi.
Questo giovane musulmano (34 anni) è stato falsamente accusato di essere un reclutatore dell’ISIS (e poi un reclutatore di “Jabhat Al-Nusra”) e di essere il contabile dell’agenzia di sicurezza Argo 1 (ma quest’ultimo dettaglio i giornali non lo scrivono mai, oppure non lo sanno nemmeno). 

Tutte le notizie che fosse un “reclutatore” per gruppi terroristici sono state smentite dal semplice fatto che non è nemmeno mai stato condannato con quelle accuse alla sentenza del processo.
In verità è stato condannato con rito abbreviato per “proselitismo” al gruppo “Al-Nusra” e per aver “facilitato” due ragazzi ad unirsi al gruppo dell’ISIS. Purtroppo il rito abbreviato non permette appelli o  ricorsi e dunque si ritrova condannato in via definitiva.
Le accuse di aver fatto proselitismo per il gruppo “Al-Nusra” e di aver cercato di reclutare combattenti per andare in Siria sono anche esse false: nessun giornale vi dice cosa aveva sempre risposto alle poche persone che gli avevano chiesto se “c’era un modo di andare in Siria per aiutare i bambini e le donne che soffrono …”: ebbene lui aveva sempre risposto di non andare laggiù!
Sembra che la condanna di proselitismo per gruppi terroristici si basasse nell’aver “rafforzato i concetti  dell’islam radicale” ad alcuni suoi amici. La solita accusa che gli islamofobi rivolgono a chiunque ripeta i concetti insegnati nella Mecca (la “capitale” del mondo islamico).


Quando qualcuno chiedeva il suo parere sui ribelli che combattevano contro il dittatore Assad in Siria, lui rispondeva che secondo lui il gruppo più popolare, famoso e amato in Siria era il “Fronte  Al-Nusra”: un gruppo nato nel 2012 per “soccorrere” i siriani che morivano sotto la guerra civile (da cui il termine “nusra” in arabo), ma comunque lui non aveva mai invitato qualcuno di loro ad unirsi a quel gruppo.
Per evitare di fare confusione dobbiamo comunque dire che è vero che all’inizio il gruppo “Al-Nusra”si era “associato” ad Al-Qaida, ma non aveva mai minacciato nessun paese esterno. Inoltre nel 2015 il gruppo decise di lasciare l’affiliazione ad Al-Qaida e nel luglio 2016 la separazione divenne ufficiale con la definitiva dissoluzione del gruppo e la rinascita di un nuovo gruppo con il nome “Jabhat Fateh Al-Sham” non affiliato a nessun gruppo esterno.
Oltre a ciò, nel Gennaio 2017 quest’ultimo gruppo venne anch’esso definitivamente disciolto e molti suoi membri entrarono a far parte di una nuova organizzazione onnicomprensiva di ribelli presenti a Idlib in Siria (organizzazione chiamata “Hayat Tahrir al-Sham”). Pertanto diventa senza senso accusarlo di aver fatto “proselitismo” allla fine del 2016 e inizio 2017 per un gruppo che nemmeno più esisteva e che non era associato ad alcuni gruppi terroristici.

I DUE “FOREIGN FIGHTERS”

Giuliano Delnevo con suo padre

La condanna di aver facilitato due “foreign fighters” (Ylan e Oussama) è davvero una incredibile esagerazione.
Se non lo sapete nell'estate 2014 Ylan era già stato segnalato al Ministero Pubblico di Lugano perchè suo padre diceva che era interessato ad andare in Siria.
Questo giovane in seguito nell'inverno 2014/2015 trova lavoro presso la agenzia di sicurezza Argo 1 (ha dunque superato lo “screening” necessario per agente di sicurezza rilasciato dalla Polizia Cantonale) e diventa poi amico dell’agente Ümit.
Il giovane confida ad Ümit di voler andare in Siria ad aiutare la gente che soffre e decide di lasciare il lavoro. L’amico Ümit gli dice che se proprio vuole andare a vedere con i propri occhi quello che succede, che almeno non si unisca all’ISIS, e poi, seguendo le indicazioni islamiche che danno diritto ad un viaggiatore di ricevere soldi, gli regala alcune decine di franchi.
Oltre a ciò sembra che Ümit abbia solo confermito ad  Ylan che la strada da quest'ultimo indicata per arrivare nel sud della Turchia era l’unica che conosceva anche lui.
Nessuno sa più cosa sia successo a questo giovane, nessuno sa se egli è effettivamente entrato in Siria oppure se è sparito nella strada fino al confine: nessuno ha mai trovato un cadavere o una qualche minima prova che il ragazzo sia vivo o morto. 

Dopo il caso di Ylan, arriva la storia di Oussama Khakhia
Oussama era un giovane marocchino che lavorava e viveva a Varese ed era sposato con una giovane donna Svizzera che viveva a Lugano (Pregassona). Spesso Oussama veniva il weekend a Lugano dove lei viveva. Era  descritto come un bravissimo ragazzo da chiunque lo conoscesse (musulmani e non)
Il giovane si riteneva un “giornalista indipendente” bene informato sui fatti di guerra in Medio Oriente (e critico dei crimini di guerra commessi negli ultimi decenni ai danni della popolazione innocente musulmana).
Dopo essere stato espulso dall’Italia per aver criticato, in seguito all’attentato del 2015,  le vignette blasfeme di sodomia presenti sul giornale satirico Charlie Hebdo (vignette con Dio, Gesù, lo Spirito Santo e altre con Muhammad), si trasferì a Lugano senza lavoro da sua moglie. Qui frequentava anche la moschea di Viganello e viene in contatto con Ümit (l’ex-agente di Argo 1).
Nel 2015 Oussama riteneva islamicamente legittimo il concetto di “Califfato” anche se denunciava qualsiasi forma di violenza e terrorismo (c’è pure una sua intervista sulla trasmissione “Falò” del 2015 della RSI). 
Oussama Kachia sulla trasmissione "Falò" della RSI
Purtroppo venne espulso anche dalla Svizzera in seguito alla sua intervista su “Falò” e si trovò davanti al pericolo di subire tortura e ergastolo nel suo paese di origine (come è prassi in Marocco per chi è sospettato di sostenere l’ISIS).
In un atto di disperazione, prima di essere espulso con la forza,  nell’estate del 2015 Oussama va in vacanza in Turchia con sua moglie e raggiunge il sud del Paese, dove sembra sia stato pure interrogato per ore dall’Interpol. Dopo essere stato rilasciato decide di fare una sorpresa a Ümit, che in quel periodo si trovava in vacanza con la sua famiglia nella sua casa nel centro della Turchia dopo la festa del mese del Ramadan. Ümit ospita per la notte Oussama e sua moglie, seguendo le raccomandazioni dell’Islam su come trattare un ospite, ma il giorno dopo Oussama gli confida che vorrebbe entrare in Siria, e a quel punto Ümit lo avverte di non unirsi con l’ISIS, ma se vuole andare ad aiutare i siriani che soffrono non sarà lui è una sua scelta. Ümit smbra che confermi che la strada indicata da Oussama per arrivare alla città di frontiera turca era l’unica che anche lui conosceva.
Il giovane marocchino e sua la moglie lasciano la sua casa e quella sarà l’ultima volta che lui vedrà Oussama Kakhia.  Nessuno sa per ora se r come Oussama sia effettivamente entrato e se sia effettivamente morto unitosi alle file dell’ISIS. Alcuni lo davano per morto in Marocco insieme ad altre speculazioni.
Oltre a tutto ciò è uscita la falsa affermazione che il "pugile di Canobbio" Mutaharrik (l'amico di Oussama) fosse anche conoscente dell'agente di sicurezza e che frenquestasse la moschea di Viganello (entrambe queste affermazioni sono false e smentite dai diretti interessati).

Allora, ditemi voi se Ümit è un “reclutatore” di terroristi? Un Jihadista?
Chiunque abbia sentito la sua storia dalle sue labbra non poteva credere che Ümit avesse potuto accettare questa condanna con rito abbreviato invece di opporsi  e difendersi in Tribunale fino in fondo, ma il ragazzo  sosteneva che dopo 40 giorni consecutivi di cella di totale isolamento, non era più in grado di ragionare correttamente e accettava e confermava qualunque cosa gli accusatori gli proponessero (addirittura ha firmato e accettato di pagare 160'000 Franchi di spese di intercettazioni telefoniche contro di lui, ma vi rendete conto?).

L’AFFARE “ARGO 1”

Ma la storia giudiziaria di Ümit non finisce qui, se non lo sapete è stato anche erroneamente accusato di essere contabile e amministratore della agenzia “Argo 1” (in totale una dozzina di capi d’imputazione, in due incarti separati).
Purtroppo le sue carte giudiziarie mostrano incongruenze con il numero degli arrestati il 22 Febbraio 2017  (Quante persone in galera alla Farera per evitare inquinamento di prove?), inoltre si denota  confusione con molteplici nterrogatori intorno al 24 Marzo 2017.
Adesso scopriamo pure che il Responsabile operativo Sansonetti non era Amministratore e dunque sono caduti molti capi d’accusa contro di lui. 
Ma allora chi è l’Amministratore della Argo 1? Quante fiduciarie seguivano la ditta Argo 1? Quali documenti sono stati trovati negli uffici amministrativi della ditta? Quali documenti sono stati trovati nel computer seguestrato all’agente Ümit? Inoltre perché il primo avvocato d’ufficio di Ümit è finito in galera per il caso dell’ex-presidente UDC ticino? Il suo secondo avvocato era di fiducia o di ufficio? E tante altre domande a cui aspettiamo ancora una risposta.

Affaire à suivre….

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